Vincenzo Rusciano si nutre degli oggetti quotidiani e della loro memoria, del tempo passato che si fa presente e che definisce nuove prospettive future. Un processo intenso in cui la materia e le iconografie diventano un chiaro sintomo del suo lavoro.
Le zattere, ad esempio, costruite con gli “oggetti di fortuna” rappresentano l’allusione ad una via di fuga dal contingente oppure il rimando ad un cambiamento: si tratta di una evocazione che riguarda il nostro mondo interiore, un richiamo che ci invita a trasformare noi stessi. Quello che l’artista costruisce è un chiaro sintomo della condizione di instabilità dell’essere umano attuale. I toni scuri, tipici del bitume, che tornano in molti suoi lavori, sono come una dichiarazione di poetica, sembrano adeguare il colore al principio della necessità interiore e alla capacità di accentuare il senso di decontestualizzazione degli oggetti. Mentre, altre sue installazioni sono composte da taniche e contenitori che sembrano quasi elementi di un'orchestra in attesa, idealmente traboccanti di materiali - quelli “duri” dell’oggi, resina, lattice, jasmonite, colori a smalto - che rimandano all’operare quotidiano dell’artista. Sono utensili direttamente connessi col suo fare. Sono forme memorizzate da tempo nella sua memoria visiva, resi senza tener conto della loro estetica originaria ma, semplicemente, come informazioni di tipo spaziale che occupa la sua mente.
Vincenzo Rusciano è nato a Napoli nel 1973.
- Via San Giovanni a Carbonara 58, Napoli
- vincenzorusciano@gmail.com
- http://www.vincenzorusciano.it/
- https://www.nicolapedana.com/